Privacy Policy

Blog Layout

LAVORATORI vs PENSIONATI: risultato finale 1 a 1..

Risultato finale: 1 a 1…


Non è un risultato calcistico, ma è il rischio che stiamo correndo in relazione al rapporto tra pensionati e lavoratori.


La riflessione che mi viene da fare leggendo gli ultimi dati sul rapporto pensionati-lavoratori è la seguente “saremo pensionati felici oppure infelici?”


Riflessione più che legittima se guardiamo al quadro attuale italiano



Il rapporto lavoratori / pensionati nelle province italiane

Attualmente, ci sono mediamente in Italia 111 contribuenti attivi nel mondo del lavoro ogni 100 pensionati.


Nel 37% delle province italiane il numero dei pensionati supera quello degli occupati. 


Le province con il rapporto migliore:

  • Bolzano: 162 lavoratori attivi ogni 100 pensionati
  • Prato: 148 ogni 100
  • Trento: 147 ogni 100

In Emilia-Romagna la provincia con il rapporto lavoratori/pensionati migliore è Parma 133/100, seguita da Reggio Emilia 129/100, Modena 127/100 e Bologna 125/100


E le province con il rapporto peggiore?

Eccone alcune:

  • Reggio Calabria: 67 lavoratori attivi ogni 100 pensionati
  • Messina 72 ogni 100
  • Foggia 88 ogni 100
  • Napoli 96 ogni 100


A fotografare questa situazione è il Sole 24 ore (vi condivido la foto pubblicata sul quotidiano).


Quali le prospettive future?

E’ un dato per niente rassicurante se guardiamo anche in prospettiva futura.

Si stima, infatti, che al 2050 questo rapporto sia 1 a 1, cioè un pensionato per ogni lavoratore.


A mettere in difficoltà il meccanismo saranno soprattutto i profondi cambiamenti demografici in corso da diversi anni ormai.

Si vive più a lungo, l’età media è sempre più alta, le nascite sono sempre meno….


Inoltre, se guardiamo altri dati ci rendiamo conto che:

  • la spesa pubblica per la protezione sociale (pensioni e altre prestazioni previdenziali e assistenziali) è 231 miliardi annui
  • ci sono 17.7 milioni di pensioni, di cui 13,6 milioni (il 77%) di natura previdenziale e 4 milioni (il 22,8%) di natura assistenziale
  • l’importo medio della pensione di vecchiaia è pari a circa 1.400 euro
  • circa il 56% delle pensioni ha un importo inferiore a 750 euro
  • 

Che fare? Agire o Attendere?

Alla luce di tutto questo, c’è ancora qualcuno che pensa sia un’opzione iniziare a costruirsi OGGI il futuro da “capelli grigi”?


Se vogliamo goderci quella lunga fase della nostra vita, che io chiamo “buen retiro”, allora dobbiamo essere abbastanza certi di poter contare su entrate costanti e adeguate, capaci di sostenere tutte le nostre necessità ed i nostri desideri.


In parole semplici, dobbiamo occuparcene oggi per non preoccuparcene domani.


Ci sono alcune “buone azioni” che possiamo fare:

  1. fare un check up immediato della propria situazione pensionistica
  2. reperire tutte le informazioni utili riguardo il proprio orizzonte previdenziale
  3. verificare l’eventuale gap previdenziale
  4. fissare e pianificare i propri obiettivi per il futuro
  5. individuare gli strumenti pensionistici che abbiamo a disposizione
  6. attivare le adeguate contromisure per la tutela preventiva della nostra salute ed autosufficienza
  7. correre ai ripari prima che non ci sia più il tempo per porvi rimedio. Il tempo è il nostro alleato più importante


Indipendentemente dalle azioni che ognuno sceglierà di fare e dalle soluzioni che deciderà di adottare, quello che conta è acquisire la consapevolezza che possiamo fare molte cose per preparare (o, se necessario, modificare) la propria stabilità economica in pensione. 


Buona Educazione finanziaria a tutti





Per maggiori informazioni compila il modulo

Nuovo paragrafo

Autore: Alfonso Paura 22 mar, 2024
Prima di raccontarti un aneddoto che mi è capitato qualche giorno fa, ti faccio alcune domande. Ritieni veramente che: - l'unico obiettivo per un'azienda è quello di chiudere in utile? - l’utile è l'unico dato che interessa, ad esempio ad una banca? - chiudere il bilancio in utile è garanzia di Azienda sana? Io penso proprio di NO.
Autore: Alfonso Paura 22 mar, 2024
La direttiva stabilisce che i paesi membri, entro il 2050 , dovranno definire dei piani per avere un patrimonio edilizio a zero emissioni. Nello specifico, si dovrà realizzare un taglio del 16% entro il 2030, del 20-22% entro il 2035 per poi arrivare a zero emissioni entro il 2050. I paesi potranno decidere su quali edifici concentrarsi. L’unico vincolo sarà garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche.
Autore: Alfonso Paura 22 mar, 2024
Miliardi di euro che passeranno nelle mani della generazione nata tra il 1981 e il 1996, i cosiddetti Millennials. Allora la domanda nasce spontanea…
Autore: Alfonso Paura 26 ott, 2023
" L'intelligenza artificiale non ha bisogno di vacanze o di una pausa dai suoi compiti, non si ammala e non si lamenta: lavora e basta " Stamattina ho letto questa cosa che mi ha molto colpito. E immediatamente mi sono venute da fare due riflessioni.
Share by: