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La convinzione pericolosa di essere "invisibile"..

Sei proprio sicuro che la banca non ti conosce già??

Sei proprio sicuro che la banca non ha già una serie di informazioni sul tuo “conto”?

Non penserai mica sul serio di essere INVISIBILE...



Cosa succede quando richiediamo un finanziamento alla banca

Ogni qualvolta ti rivolgi, ad esempio, ad un istituto di credito per aprire un rapporto di conto, per chiedere un affidamento o altro, devi sapere che l’interlocutore che hai di fronte ha a disposizione una serie di strumenti che gli permettono di ottenere informazioni su di te anche se non gli hai ancora fatto visionare nessun documento.

Non ci credi? Non sei convinto di quello che ho appena detto?

Mi spiace deluderti. Ma la realtà è proprio questa

Le banche (o altri interlocutori) possono ottenere varie informazioni su di te e la tua azienda senza dover necessariamente avere a disposizione la tua documentazione.

Ma di quali informazioni parliamo?


Che tipo di informazioni analizza la banca

Le informazioni possono essere di tipo quantitativo, qualitativo ed andamentale.
Ci sono notizie che si possono ricavare dalla vostra visura camerale, dai vostri bilanci,….

Ce ne sono altre che si possono reperire, ad esempio, dal sito internet, pagine fb, progetti aziendali, ….

E poi ci sono quelle che si possono ottenere sia sui vostri rapporti con il mondo bancario tramite la visura Centrale rischi (ad es quante banche utilizzi, quanti affidamenti hai, come li utilizzi, li utilizzi bene o male….) sia sulla vostra reputazione (rapporti con i clienti, con i fornitori,…), e sia dai controlli su protesti, pregiudizievoli ecc.


Vi sembra poco??

A me per niente…. Sono una quantità di informazioni impressionante…

Queste informazioni hanno un peso importante sul giudizio che la banca si farà della vostra azienda.


Mi chiederai: e quindi IO imprenditore cosa devo fare?



Cosa posso fare per agevolare la banca nella lettura delle informazioni

Il compito di un BUON imprenditore è far si che queste informazioni siano il più corrette possibile, far in modo che corrispondano alla realtà, far in modo che siano aggiornate, far in modo che i vari interlocutori che le leggono non abbiano nessun tipo di dubbio e soprattutto non si facciano idee strane.
Il vero salto di qualità è impegnarsi per gestire quelle informazioni in modo sistematico ed impeccabile

E se non lo faccio quali sono le conseguenze?

Se non lo avete ancora capito, ve lo dico in modo ancora più semplice.


NON gestire in modo corretto quelle informazioni incide sulla percezione di rischio che la banca (oppure investitori, fondi, potenziali soci…) si fanno della vostra azienda e sul giudizio che vi daranno, con conseguente impatto sulla valutazione del merito creditizio.


Allora la domanda è: queste informazioni si possono gestire?

ASSOLUTAMENTE SI’ se sai come farlo…

L’imprenditore può seguire una procedura (la nostra, ad es, prevede una serie di step ben precisi) che gli permette di generare, gestire e monitorare in modo corretto queste informazioni ricavandone benefici enormi.


Le buone abitudini...

Pensate ad es a DUE buone abitudini che l’imprenditore potrebbe adottare: 
1) ) bilanci più precisi, approvati in tempo ed inoltre bilanci infrannuali 
2) monitoraggio costante della Centrale rischi.

Facile?
Assolutamente NO, soprattutto se non avete a fianco un Consulente che sappia esattamente cosa fare, cosa vogliono i vari stakeholders (banche, investitori, fondi,….) e soprattutto quali sono i parametri/indicatori che vanno a visionare.

E nella vostra azienda c’è qualcuno che vi affianca per fare in modo che voi possiate essere VISIBILI??
Autore: Alfonso Paura 22 mar, 2024
Prima di raccontarti un aneddoto che mi è capitato qualche giorno fa, ti faccio alcune domande. Ritieni veramente che: - l'unico obiettivo per un'azienda è quello di chiudere in utile? - l’utile è l'unico dato che interessa, ad esempio ad una banca? - chiudere il bilancio in utile è garanzia di Azienda sana? Io penso proprio di NO.
Autore: Alfonso Paura 22 mar, 2024
La direttiva stabilisce che i paesi membri, entro il 2050 , dovranno definire dei piani per avere un patrimonio edilizio a zero emissioni. Nello specifico, si dovrà realizzare un taglio del 16% entro il 2030, del 20-22% entro il 2035 per poi arrivare a zero emissioni entro il 2050. I paesi potranno decidere su quali edifici concentrarsi. L’unico vincolo sarà garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche.
Autore: Alfonso Paura 22 mar, 2024
Miliardi di euro che passeranno nelle mani della generazione nata tra il 1981 e il 1996, i cosiddetti Millennials. Allora la domanda nasce spontanea…
Autore: Alfonso Paura 26 ott, 2023
" L'intelligenza artificiale non ha bisogno di vacanze o di una pausa dai suoi compiti, non si ammala e non si lamenta: lavora e basta " Stamattina ho letto questa cosa che mi ha molto colpito. E immediatamente mi sono venute da fare due riflessioni.
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